lunedì 1 maggio 2017







Intervista a Valerio Sericano
Intervista a Valerio Sericano





Domanda: Chi è nella vita di tutti i giorni Valerio ?
Valerio : Salve e grazie per l'opportunità concessami. Sono una persona come tante altre, svolgo il lavoro di funzionario in un'azienda di servizi e ho una laurea in storia. Scrivo per hobby, senza molte pretese se non quelle di condividere le mie emozioni con chi decide di leggere i miei romanzi

D: Come è nato il tuo amore per la scrittura?

Valerio : Scrivo da sempre per varie ragioni: passione per i racconti, piccoli diari di vaggio, ricerche a sfondo storico, sensazioni varie raccolte su quaderni. Soltanto due anni fa ho provato a mettere per iscritto un lavoro più lungo, rendendomi conto che non mi veniva difficile articolare una storia e dar vita a dei personaggi. Così è nato “Il bosco di Nereiu”, il mio primo romanzo, scritto quasi per scherzo. L'esperienza mi è piaciuta così tanto che ne ho scritto subito altri due: “Ami dagli occhi color del mare” e “Norsemen”, piuttosto diversi fra loro per temi trattati e impostazione. Non amo seguire un filone particolare, perché scrivendo per passione mi sento libero di dedicarmi agli argomenti che più mi ispirano sul momento

D: Hai un momento preferito della giornata in cui ti piace scrivere?

Valerio : Di solito scrivo alla sera o durante la quiete della notte, quando meglio riesco a isolarmi e a percepire più forte l'atmosfera che creo nei miei lavori

D:  Sei uno scrittore  di pancia o di testa? Scrivi di getto o rielabori i tuoi pensieri prima di metterli nero su bianco?

Valerio : Senza dubbio la seconda che hai detto. Le mie trame sono sempre così complesse che ne devo articolare la struttura a priori, completando una scaletta degli eventi e dei capitoli. Talvolta i personaggi mi suggerscono dei cambiamenti a stesura in corso, magari pure il finale come mi è già successo, però devo avere ben chiara la storia in testa prima di iniziare a scrivere, altrimenti non vado da nessuna parte

D: Quanto c'è di te nei tuoi personaggi?

Valerio : Come ogni autore neofita, non vengo meno alla regola autoreferenziale. Nei personaggi dei miei primi romanzi ho messo molto di me stesso e delle mie esperienze di vita. A cominciare dal terzo sono riuscito invece a staccarmi di più, imparando anche a descrivere caratteri e personalità distanti dalla mia sfera individuale. Mi piace molto dedicarmi ai personaggi femminili, che a detta di molte delle mie lettrici pare mi escano anche piuttosto bene. Trovo sia la sfida più bella per uno scrittore quella di interpretare la vita di persone molto distanti da sé per età, sesso, epoca, condizione sociale e quant'altro. Per la stessa ragione amo le ambientazioni storiche, presenti in varia misura in tutti i miei lavori. Al pari dell'amore, perché, pur non essendo un autore romance, non riesco mai a escludere il tema della passione e dei sentimenti da ciò che scrivo

D: Cosa pensi dell'editoria italiana e del self publishing?

Valerio : Ho avuto esperienze non molto positive con piccole CE nelle mie prime battute, per cui mi sono orientato al self publishing, dove sono padrone in tutto e per tutto delle mie disgrazie.
Molti contestano agli editori di orientarsi per lo più verso romanzi “usa e getta” che non tentare qualche esperimento diverso dai soliti cliché triti e ritriti. In effetti, credo sia questa la realtà di oggi, ma capisco la difficoltà di recitare il ruolo di talent scout in un panorama in cui ci sono quasi più scrittori che non lettori. Inoltre non dimentico che gli editori sono imprenditori come tutti gli altri e mirano al proprio tornaconto, per cui trovo normale che cerchino di guadagnare il più possibile dal proprio lavoro. E poi, se il mercato dei lettori chiede un certo tipo di romanzo, è giusto che gli editori seguano la corrente e glielo offrano...

D: Come è il rapporto con i tuoi lettori?

Valerio: Molto buono e speciale, perché mi capita spesso di ricevere, oltre agli elogi, che fanno piacere a tutti, anche osservazioni costruttive. L'episodio che mi ha colpito di più è stato un messaggio, ricevuto da un'amica lettrice mentre stava finendo di leggere un mio romanzo, la quale mi ha scritto di getto che stava piangendo mentre camminava per casa con il kindle in mano. Non che mi piaccia far piangere le persone, ma quando si riesce a coinvolgerle in tutto nelle proprie emozioni, ecco sì, quello per me è il vero successo, quello che mi ripaga di tutte le copie che non venderò mai...

D: Pensi che i social media favoriscano il successo di un romanzo?

Valerio : Di certo, sì, perché stiamo parlando per lo più di editoria digitale, dunque i due temi sono interconnessi. Purtroppo per me, il fatto di non essere un grande esperto in tema di promozione e marketing, associato alla tipologia deii miei lavori, piuttosto lontani dai temi e dalle mode del momento, mi tagliano un po' fuori dal discorso commerciale vero e proprio. Per questo motivo, nel mio caso specifico, penso sia più proficuo puntare sull'aspetto personale, offrendomi sui social per ciò che sono in realtà, interloquendo e intervenendo allo scopo di diventare, sia pur nel mio piccolo, un personaggio pubblico.
Trovo sia inutile e alienante passare le giornate ripetendo il solito messaggio “Comprate il mio libro, è una storia bella, originale e interessante!”, perché lo spot finisce per perdersi in mezzo a un milione di altri messagi uguali e lo sforzo non vale il tornaconto. Per questo motivo credo sia più proficuo puntare sull'immagine. E poi, non dimentichiamo che nel mondo di oggi ti comprano più per ciò che rappresenti che non per quello che scrivi

D: cosa pensi delle critiche negative a un tuo lavoro?

Valerio: Se sono circostanziate e motivate, ben vengano. Essendo un neofita sono consapevole di offrire lavori imperfetti che io stesso non finisco mai di correggere a ogni rilettura, quindi se  i difetti me li fanno notare gli altri mi fanno prima di tutto un favore. Non sopporto invece gli attacchi gratuiti e le recensioni cattive e immotivate, ma per mia fortuna non mi è ancora capitato di riceverne

D: parlaci un po' del tuo ultimo romanzo

Valerio: L'ultimo che ho pubblicato si inititola “Norsemen”, un fantasy ambientato nel mondo contemporaneo. L'ho scritto dopo aver compiuto una piccola ricerca sulla mitologia norrena, che poi mi sono divertito a interpretare in maniera un po' personale nell'elaborazione della trama. I protagonisti sono persone che vivono come noi, ma sono speciali, perché rinascono dopo la morte, reincarnandosi in se stessi e vivendo pertanto una condizione di immortalità. Si tratta di un modo particolare di presentare le divinità nordiche, benché nel mio romanzo Odino e soci non si sentano affatto degli dei, vivendo quella loro particolare condizione in modo routinario, quasi come fosse un peso e desiderando, in taluni casi, il sopraggiungere della cosiddetta morte eterna. Ho cercato di presentarli con un taglio molto umano e psicologico anziché virile ed eroico come siamo abituati a vederli nelle varie rappresentazioni cinematrografiche o fumettistiche. Questo taglio psicologico lo si nota in particolare in Adam, il protagonista, fratello di Odino ma da sempre incline a fare di testa propria, vivendo le proprie vite fuori dal contesto della famiglia degli dei, costretto suo malgrado da una maligna e beffarda entità superiore a diventare una sorta di serial killer, cacciatore di particolari creature femminili dedite a cibarsi del dolore umano.
La storia inizia nel momento in cui Adam si rifiuta di uccidere la vittima designata di turno, decidendo invece di proteggerla. Diventa in tal modo un ribelle, un eroe romantico e solitario che fugge e combatte contro tutti per difendere la propria creatura.
Essendo molto affezionato a questo tema, che reputo intramontabile, mi è piaciuto rappresentarlo in un personaggio tutto mio, perché, essendo in sostanza io un sognatore, ho la tendenza a identificarmi nelle figure romantiche e cavalleresche

D: progetti per il futuro: hai già un nuovo lavoro in cantiere?

Valerio: In questo momento sto scrivendo un romanzo storico sentimentale a quattro mani con un'autrice romance.

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