mercoledì 15 novembre 2017

Intervista a Paola Garbarino


A cura di Liviana Carlucci



1. Chi è nella vita di tutti i giorni Paola ? 
2.Come è nato il tuo amore per la scrittura?
3. Hai un momento preferito della giornata in cui ti piace scrivere?
4. Sei uno scrittore di pancia o di testa? Scrivi di getto o rielabori i tuoi pensieri prima di metterli nero su bianco?
5. Quanto c'è di te nei tuoi personaggi?
6. Cosa pensi delle C.E. e del self publishing?
7. Come è il rapporto con i lettori?
8. Pensi che i social favoriscano il successo di un romanzo?
9. Cosa pensi delle critiche negative a un tuo lavoro?
10. Parlaci un po del tuo ultimo lavoro.
11. Progetto per il futuro: hai già un nuovo lavoro in cantiere?

12. La mia è una domanda alla Marzullo 🤣 riguardando indietro con gli anni fino ad oggi, del tuo percorso di scrittrice fatti una domanda e datti una risposta!



Ciao a tutti, grazie per il tempo che mi dedicate 😊

1) Paola nella vita normale è una mamma e una moglie. Fino a due anni fa ero un insegnante di Lettere, alle scuole medie, poi ho seguito permanentemente mio marito all’estero per il suo lavoro e adesso mi dedico in esclusiva ai miei libri.
2) Io, con l’amore per la Scrittura, ci sono nata. Ricordo che ho sempre amato le storie e me le inventavo anche quando non sapevo scrivere.
3) Posso scrivere in qualunque momento della giornata, basta che io sia sola in una stanza. Per ovvi motivi domestici e lavorativi, prima scrivevo molto di sera, da universitaria ci passavo le notti. Adesso lavoro molto al mattino, quando le bimbe sono a scuola.
4) Sono una scrittrice di pancia, seguo l’emozione, parto da un’idea, una sola frase, un’immagine e inizio a scrivere, non so nemmeno io dove finirò. Poi con la testa riedito tutto, rileggo dozzine di volte.
5) Nei miei libri c’è molto di me, non nel senso che tutti gli eventi narrati sono episodi della mia vita (cosa che mia suocera continua a non capire), ma ci sono le mie credenze, le mie idee, i miei sogni, i miei valori.
6) Le case editrici sono società che inseguono, giustamente, un profitto: vogliono vendere, spesso non importa chi sia lo scrittore o cosa scriva. Il fenomeno del self publishing ha liberato quelle come me dall’obbligo di trovare una ce e scendere a compromessi, per far diventare visibili le proprie opere. Sono aperta alla possibilità di passare sotto una ce anche se al momento sto bene come self ed è il motivo per il quale ho rifiutato delle offerte. Le offerte le avrei accettate all’inizio, quando non sapevo come muovermi, ormai ho imparato, curo l’editing, mi faccio tutta la parte grafica, mi faccio pubblicità sui social; accetterei se una ce potesse offrirmi di più di quel che ho adesso.
7) Il rapporto coi lettori mi piace. Per anni ho scritto per me stessa (io ancora scrivo per me sola) senza pensare che qualcuno avrebbe mai letto ciò che scrivevo. Mi fa sempre uno strano effetto quando una lettrice mi contatta per dirmi quanto le sia piaciuto un mio libro, è una strana sensazione sapere che i miei protagonisti hanno emozionato qualcun altro. I lettori danno anche ottimi consigli e io ascolto volentieri anche le eventuali critiche, se capisco che sono sincere e costruttive. Io non considero veri lettori quelli che mettono recensioni fake e quelli che rendono un ebook: non è serio e soprattutto non è onesto. Io nella scrittura metto tutta me stessa e non pubblico mai un libro finché non sono sicura di aver dato il massimo, che poi la storia o il mio stile piacciano è soggettivo, ma con l’abbondante estratto gratuito di Amazon un lettore può capire che cosa sta acquistando. Io do serietà e la rivorrei in cambio.
8) I social sono un nuovo mezzo di comunicazione. Favoriscono o affossano un romanzo, senza dubbio. Credo che faccia di più il passaparola tra amiche che il bombardamento di una ce che ti piazza sempre i soliti nomi in vetrina. Coi social, scambiarsi opinioni è diventato immediato e raggiungi ogni parte del pianeta. Più che la mia pubblicità, è importante quella dei lettori che consigliano un libro che è loro piaciuto. Ed è importante avere visibilità sui gruppi letterari, avere una buona recensione.
9) Come ho già detto, le critiche sono ben accette se sono sincere e costruttive. Se un lettore segnala un refuso, io lo ringrazio, correggo subito e ricarico il libro. Se mi danno un parere sullo svolgimento della trama, ne terrò conto per un prossimo libro, anche se, appunto, io scrivo per me, le storie devono piacere a me o non potrei scriverle; inoltre è impossibile accontentare tutti, siamo diversi; per Baby Don’t Cry mi hanno già detto tutto e il contrario di tutto: che è il più bello che abbia scritto, che non è all’altezza di “Strange Love”, che i salti temporali sono stupendi, che i salti temporali sono frustranti, che volevano anche il pov di lui sempre e non solo nel finale, che era giusto che il pov fosse soltanto quello di lei, che è troppo lungo, che è finito troppo presto…  Se invece parliamo di recensioni a una stella, io una stella non la darei nemmeno a un analfabeta. I lettori dovrebbero capire che una vera recensione si fa anche con la testa. Quando ero una prof. e correggevo i temi, dovevo tener conto di diversi fattori: aderenza alla traccia, sintassi, ortografia, contenuto, ecc… e poi fare la media coi vari voti. Una recensione da una stella, fatta di pancia (quando non è fake, quelle non sono manco da prendere in considerazione) perché, che so, a una lettrice non è piaciuto che la protagonista abbia scelto il pretendente x anziché quello y, ecco, questo è ridicolo!
10) Il mio ultimo romanzo pubblicato è Baby Don’t Cry, una storia semplice ma unica, la storia di due bambini che crescono insieme, vivono l’adolescenza, s’innamorano, s’incasinano, finiscono col diventare amici con benefici… volevo raccontare una storia ordinaria, che potrebbe capitare a chiunque, la storia di tutte le storie: il primo amore, quello che sarà la base di tutte le nostre relazioni future. Volevo riflettere sugli errori che si fanno in quell’età fragile e potente che è l’adolescenza.  È possibile crescere con le fiabe e sopravvivere alle relazioni moderne? È possibile prendere un errore, un solo errore, e lasciare che le paure e le insicurezze lo trasformino in un dramma che ci segnerà? Ecco, in Baby Don’t Cry c’è tutto questo.
11) Sono una scrittrice molto prolifica: ho scritto dieci fantasy che aspettano che io vi rimetta mano, ne sto giusto rieditando uno che vorrei far uscire a Natale. Ho già pronto il prossimo romance che uscirà verso Pasqua. E ne sto scrivendo un altro.
12) La domanda alla Marzullo è la più difficile ;-) Posso chiedermi: è valsa la pena scrivere tutti quegli anni in solitaria, saltando ore di sonno, anche quando nessuno leggeva niente? Sì, ne è valsa la pena, mi ha portata qui, a scrivere come scrivo adesso.

Grazie al blog, a Liviana, a tutto lo staff, per l’interessamento e il tempo che mi dedicate 🤗




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