domenica 1 ottobre 2017

Intervista a Cristiano Pedrini


A cura di Liviana Carlucci

Buongiorno Mads 😊 bentornati nella nostra rubrica  delle interviste. Oggi vi presento da vicino Cristiano Pedrini; autore di romanzi M/m ci racconta un po piú di se 😉 vi auguro una buona lettura 😘




1. Chi è nella vita di tutti i giorni Cristiano? 
Lavoro da 19 anni in una biblioteca di Bergamo, classe 1972 amante spassionato del cioccolato e della fantascienza classica. Mi piace emozionarmi e ricercare in ciò che osservo il lato migliore delle cose, che sia un libro, un film, o una canzone: una ricerca costante che oggi pare sempre più difficile da raggiungere, in un mondo dove tutto sembra standardizzato e lasciare poco spazio alla nostra umanità.
Spero di non perdere mai ciò che mi rende semplicemente diverso e al tempo stesso provo a infondere un poco di questa diversità nei miei scritti.

2.Come è nato il tuo amore per la scrittura?
Devo ammettere che è una passione che nasce già nelle scuole elementari dove attendevo con impazienza l’ora del tema. Dopo un lungo blocco di quasi vent’anni nell’estate del 2014 ho ripreso quella esaltante e incredibile avventura che è la scrittura. Qualcosa che mi spinge a ritrovare me stesso, a fare i conti con ciò che sei ed a immaginarti un mondo diverso, forse migliore o forse peggiore, a seconda degli occhi di chi vede e legge ciò che esprimi.

3. Hai un momento preferito della giornata in cui ti piace scrivere?
Onestamente no… anche se spesso scrivo la sera o nel week end.

4. Sei uno scrittore di pancia o di testa? Scrivi di getto o rielabori i tuoi pensieri prima di metterli nero su bianco?
Direi che mi piace scrivere di getto, spesso sull’onda di sensazioni ed emozioni che la fanno da padrone.

5. Quanto c'è di te nei tuoi personaggi?
Come moltissimi scrittori penso molto. In alcuni di loro posso ritrovare alcuni tratti del mio carattere e del mio modo di vedere e vivere la quotidianità.

6. Cosa pensi delle C.E. e del self publishing?
Di solito le novità avanzano on fatica. Sebbene creda che il Self sia una ottima palestra e una occasione per poter “esserci” sono un po’ dubbioso su chi fa tutto da solo. Credo che l’approccio a questo fenomeno vada fatto con gradualità e con la stessa professionalità che viene data ad un romanzo pubblicato con CE perché sebbene si ricorra il sogno di poter scrivere non va dimenticato che la gente spende per leggere i nostri romanzi. Sulle CE, beh, lavorando in una biblioteca confesso che si pubblica troppo e spesso e con una ripetizione di storie impressionante.

7. Come è il rapporto con i lettori?
Li considero degli amici che forse non conoscerò mai ma sono grato per aver fatto un piccolo pezzo di strada con me.

8. Pensi che i social favoriscano il successo di un romanzo?
Sì, anche se vanno usati con attenzione e moderazione.

9. Cosa pensi delle critiche negative a un tuo lavoro? 

Non mi spaventano le critiche, sebbene le abbia ricevute poche (per fortuna) ma spesso credo vadano fatte ricordando che l’inizio di ogni storia rappresenta per lo scrittore un viaggio in primis verso quella parte di sé che a sempre cercato di nascondere al mondo e che ora, timidamente, inizia a mostrarsi. Detto questo ogni commento e giudizio va accolto se fatto con moderazione e con le giuste parole.

10. Parlaci un pò del tuo ultimo lavoro.
“Sulle rive dei nostri pensieri” ha avuto una gestazione rapida. Solo un paio di mesi… Una di quelle storie che quando si affacciano alla nostra mente ci reclamano ogni istante libero perché vogliono scoprire il mondo che li accoglierà. I due protagonisti potrebbero sembrare simili a molti stereotipi, uno benestante e famoso, l’altro no… Ma è il loro passato e il modo che ognuno di loro ha di reagire ad esso che rende, a mio avviso, la storia diversa. Ma essendo il loro “papà” ovviamente sono di parte.

11. Progetto per il futuro: hai già un nuovo lavoro in cantiere?
Tre per la verità… Una short natalizia dal titolo “L’erede ribelle”, un romanzo ambientato a Parigi ed una favola per bambini… come vedi mi piace tenermi occupato 

12. Quali difficoltà ci sono nello scegliere un titolo?
Onestamente non ho perso il sonno per questo aspetto. Molto spesso il titolo arriva già prima della scrittura delle prime pagine.

13. Da piccolo volevi fare lo scrittore?
Ah ah ah… sai, non ricordo… ma chi lo sa, forse nel mio inconscio sì.



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