mercoledì 7 febbraio 2018

Intervista a Silvia Castellano




1. Chi è nella vita di tutti i giorni Silvia? 
Sono una ragazza di ventisei anni che ama la letteratura e ne ha fatta una materia di studio, infatti sto per terminare la laurea specialistica in Letteratura Comparata a Innsbruck (Austria). Nel tempo libero adoro guardare le serie tv, andare al cinema, cantare e naturalmente scrivere.  

2.Come è nato il tuo amore per la scrittura?
Quando ero piccola mi piaceva inventare storie e in seguito ho cominciato a scriverle su alcuni quadernini. In seguito, quando avevo circa dieci anni, io e mio fratello abbiamo deciso di scrivere insieme un romanzo fantasy, ma alla fine abbiamo scritto solo qualche capitolo. Il primo romanzo l’ho scritto in un paio di mesi durante l’estate dei miei quindici anni, ma non l’ho mai pubblicato perché ha bisogno di una bella sistemata, ma in futuro mi piacerebbe dargli una possibilità. 

3. Hai un momento preferito della giornata in cui ti piace scrivere?
A causa dei miei numerosi impegni universitari scrivo quando posso, ma ho notato che mi viene particolarmente bene verso sera.

4. Sei uno scrittore di pancia o di testa? Scrivi di getto o rielabori i tuoi pensieri prima di metterli nero su bianco?
Di solito comincio scrivendo di getto su un quaderno e poi ricopio le scene sul computer. Spesso modifico alcuni passaggi oppure ne aggiungo di nuovi.  Una volta scritto un capitolo, lo rileggo più volte, sistemando qui e lì dove serve.

5. Quanto c'è di te nei tuoi personaggi?
Moltissimo, soprattutto nelle protagoniste femminili. Tutte hanno qualcosa di Silvia, che sia un difetto o una passione. Mi risulta naturale.


6. Cosa pensi delle C.E. e del self publishing?
Bella domanda. Hanno entrambe i propri pro e contro. Una casa editrice si occupa di preparare il prodotto per la pubblicazione, promuove (o meglio, ti aiuta a promuovere) il tuo romanzo, insomma, è molto più semplice per l’autore.  D’altra parte, però, questo significa che l’autore non ha la possibilità di scegliere niente (o quasi), deve sottostare alle decisioni dell’editore. Nel self publishing c’è la libertà di avere il controllo su tutto, ma l’autore se la deve cavare da solo. Deve contare solo sulle proprie forze e questo a volte risulta pesante. Mi piace il self publishing e continuerò a pubblicare anche così, ma a volte è bello affidarsi a qualcuno che crede in te e nella tua storia. 

7. Come è il rapporto con i lettori?
Ho una pagina dedicata al mio primo romanzo, “Amethyst”, e devo dire che si è creato un bel gruppo di lettori che mi seguono e sostengono continuamente. Mi piace discutere con loro, chiedere la loro opinione, sentire cos’hanno da dire. È bellissimo.

8. Pensi che i social favoriscano il successo di un romanzo?
Indubbiamente. Senza Facebook non saprei in quale altro modo pubblicizzare i miei scritti al di fuori della mia cerchia di conoscenze. Inoltre ti dà la possibilità di interagire direttamente con i lettori o i potenziali acquirenti e di farsi conoscere non solo come autore, ma anche come persona. Sono davvero molto felice che esista questa possibilità. Poi se il successo arrivi o no, questa è un’altra questione. Servono strategie promozionali, i giusti contatti e anche un po’ di fortuna.

9. Cosa pensi delle critiche negative a un tuo lavoro?
Ricevere un commento negativo è sempre brutto. Se si tratta di una critica costruttiva, cerco di farne tesoro per migliorarmi in futuro, ma se non lo è, ammetto di starci male. Tendo a colpevolizzarmi, pensando che avrei potuto fare di più. In fondo, però, so che non dovrei: non a tutti può piacere ciò che scrivo. Ognuno di noi ha gusti diversi e va bene così.

10. Parlaci un po’ del tuo ultimo lavoro.
“Die Party” è un racconto fantasy di circa cinquanta pagine. L’idea è nata circa un anno fa: ero Innsbruck, nei pressi dell’università, e ho visto il cartellone pubblicitario di una festa per over 30 chiamata “Die Party”. Pur sapendo che “die” è un articolo tedesco, ho letto la parola come se fosse inglese. Per un attimo, quindi, ho pensato che stessero pubblicizzando “Il party della morte” (tradotto liberalmente)! In seguito la mia mente ha cominciato a lavorare e ha “partorito” questa trama, ma, fino allo scorso novembre, non avevo ancora trovato il tempo per scriverla. Quando ho letto del concorso per racconti indetto dalla collana Starlight, però, ho deciso di provarci e di mettermi alla prova con una storia un po’ diversa dal solito.

11. Progetto per il futuro: hai già un nuovo lavoro in cantiere?
Ne ho molti, in realtà! Ho una lunga lista di progetto a cui voglio dedicarmi nei prossimi anni. Le prossime pubblicazioni però saranno il seguito di “Amethyst”, il mio paranormal romance, e il seguito di “Die Party”.





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